@article{de Klerck_2015, title={Bronzino and a Bronze Boar. Hans Christian Andersen and Stendhal in Nineteenth-Century Florence}, volume={30}, url={https://rivista-incontri.nl/article/view/URN%3ANBN%3ANL%3AUI%3A10-1-117197}, DOI={10.18352/incontri.10051}, abstractNote={<p>Bronzino e il porcellino: Hans Christian Andersen e Stendhal nella Firenze del XIX secolo</p><p><br />La storia dell’arte dell’Ottocento non sembra aver avuto particolarmente a cuore gli artisti italiani delle generazioni successive ai grandi maestri rinascimentali, quali Raffaello e Michelangelo. Così, ad esempio, lo stile delle opere del pittore fiorentino Agnolo Bronzino (1503-1572) veniva giudicato con termini alquanto ostici come ‘vuoto’, ‘offensivo’, o come il risultato di ‘pedanteria anatomica’. Autori con meno preoccupazioni determinate dalla storia dell’arte lasciano tuttavia intravedere di aver apprezzato altre caratteristiche di questi artisti. Almeno gli scritti di un poeta ed un romanziere, ambedue grandi amatori dell’Italia e di firenze, rivelano una valutazione sorprendentemente diversa di un’importante opera del pittore, la sua Discesa di Cristo al Limbo del 1552. Si tratta di Hans Christian Andersen e di Stendhal. Questo contributo alla ricezione dello stile ‘manierista’ del quadro sulla Discesa al Limbo del Bronzino prende in esame sia la critica d’arte del XIX secolo che il modo con cui l’opera è stata trattata dall’immaginazione letteraria, così come risulta dal racconto di Andersen intitolato Il porcellino di bronzo e dal resoconto originale delle esperienze di Stendhal a Firenze, considerate poi come i sintomi della ‘sindrome’ che porta il suo nome.</p>}, number={1}, journal={Incontri. Rivista europea di studi italiani}, author={de Klerck, Bram}, year={2015}, month={Jul.}, pages={3–12} }