Dante and the beatitudes: moral transformation in 'Purgatorio'
DOI:
https://doi.org/10.18352/incontri.10290Keywords:
Divina Commedia, medieval theology, beatitudes, Thomas Aquinas, BonaventureAbstract
Questo saggio presenta i riferimenti alle beatitudini evangeliche (Mt 5, 3-9) da parte di Dante come chiave di lettura per comprendere il motivo teologico del Purgatorio. Dopo la purgazione di un peccato mortale, un angelo proclama una beatitudine. Nella Divina Commedia, però, non è immediatamente chiaro quale sia la correlazione tra peccato, virtù, grazia e beatitudini. Dante conosceva le idee teologiche di Tommaso d’Aquino e di Bonaventura, e come loro esprimeva una preoccupazione per la felicità come fine ultimo dell’individuo umano. La sua dipendenza da questi teologi può spiegare la presenza delle beatitudini nel Purgatorio. In questo saggio si discutono le beatitudini come elemento strutturale per Dante, nonché le fonti teologiche a cui esse risalgono, al fine di capire meglio la relazione tra le beatitudini e i peccati purificati. Così, vediamo che le beatitudini preludono già, seppure in forma rudimentale, alla partecipazione alle cose celesti da parte dell’individuo umano.
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