The Dante Alighieri Society in Warsaw. From aristocratic sociability to Fascism’s intellectual showcasing (1924-1934)
DOI:
https://doi.org/10.18352/incontri.10287Keywords:
Italian foreign cultural policy, Warsaw, interwar period, intellectuals, FascismAbstract
Il ruolo degli intellettuali nella creazione sia dell’Italia come nazione che dello stato fascista è una questione ricorrente nella storiografia italiana. Un aspetto che merita ulteriore attenzione è il modo in cui gli intellettuali siano stati coinvolti nel propagare la cultura italiana all’estero. È possibile sostenere che la Società Dante Alighieri, ovvero la più importante organizzazione per diffondere la cultura italiana oltre i confini, operasse come un circolo intellettuale? Cambia la funzione di questi intellettuali durante il regime mussoliniano? Questo articolo prende in esame il caso illustrativo del comitato della Dante a Varsavia dal 1924 al 1935, in un paese paragonabilmente prodotto dal nazionalismo romantico dell’Ottocento che all’epoca attraversava le tensioni ideologiche e i cambiamenti sociali della modernità. Questo comitato della Dante dimostra come una piccola parte delle élite polacche fu attratta dalle nuove ambizioni culturali del fascismo italiano e dalle possibilità che ciò sembrava dare alle loro aspirazioni intellettuali. Ricostruendo il crescente coinvolgimento dei funzionari italiani nelle attività della Dante, fino al superamento della Dante dovuto alla creazione di un Istituto di cultura italiana, esaminiamo il ruolo strategico degli studenti, il richiamo all’amicizia storica italo-polacca, gli interessi economici, ma anche il tentativo di riconfigurare la figura dell’intellettuale nell’insieme di una politica culturale più burocratizzata.

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