‘Si deve amare la mamma anche se povera’. The Dante Alighieri Society, Italian emigration and the safeguarding of italianità, 1870-1925
DOI:
https://doi.org/10.18352/incontri.7508Keywords:
cultural nationalism, cultural promotion, irredentism, emigration, Dante Alighieri SocietyAbstract
Si deve amare la mamma anche se povera’. La Società Dante Alighieri, l’emigrazione italiana e la protezione dell’italianità all’estero, 1870-1925
L’attività della Società Dante Alighieri per la tutela degli emigrati italiani agli inizi del Novecento dimostra quanto erano intrecciati la costruzione dell’identità nazionale ed il desiderio di mantenere i legami con gli italiani all’estero. Benché nell’Italia unita ci fossero state diverse opinioni sul fenomeno dell’emigrazione di massa, il governo cominciò a vedere questi concittadini sparsi per il mondo non come segno di povertà, ma come un veicolo per comprovare all’estero le doti attribuite al proprio paese. In un simile spirito nazionalista, la Dante si occupò di fare dell’emigrato un degno rappresentate della cultura e società italiane. Un esempio di come cercarono di guidare l’emigrato è ‘Il Decalogo degli Emigranti’: un documento divulgato tramite il bollettino della Dante nel 1925. Si direbbe che le raccomandazioni di questo ‘Decalogo’si inseriscono armoniosamente nella propaganda fascista di quell’epoca. Un documento simile del 1913 fa vedere invece come già allora era invocata una forte lealtà alla nazione. Ciò che colpisce nelle due fonti è che l’italiano all’estero veniva incoraggiato a consumare prodotti esclusivamente italiani. Questo motivo economico era parte integrante di molta della politica culturale internazionale di quel periodo. Infine, la forma scelta – quella del decalogo – è emblematica per il modo in cui si dovette ricorrere ai modelli religiosi per consolidare l’identità italiana laica.