Space and Narrativity in Giambattista Tiepolo’s ‘The Sacrifice of Iphigenia’
DOI:
https://doi.org/10.18352/incontri.10147Parole chiave:
Giambattista Tiepolo, Villa Valmarana, The sacrifice of Iphigenia, pictorial space, unity of timeAbstract
Spazio e narratività nel Sacrificio di Ifigenia di Giambattista Tiepolo
Nel 1757 Giambattista Tiepolo decorò l’atrio di Villa Valmarana, nei pressi di Vicenza, con affreschi che rappresentano Il sacrificio di Ifigenia. Diversamente dagli altri artisti che si cimentarono in questo soggetto, egli seguì scrupolosamente il testo della tragedia di Euripide: nella scena centrale raffigurò l’attimo preciso dell’intervento divino, mentre nelle scene secondarie rappresentò episodi precedenti o successivi a quel momento. Tiepolo utilizzò le limitate dimensioni dell’atrio, la presenza di un corridoio e i movimenti susseguenti dello spettatore come strumenti per una resa diacronica della narrazione. Nel secolo precedente, Bellori aveva descritto vari metodi per rappresentare nella pittura azioni che si svolgono in momenti successivi o anteriori alla scena principale, ma nel diciottesimo secolo alcuni importanti autori condannarono la trasgressione dell’unità di tempo. Shaftesbury, Lessing e Algarotti − il quale intrattenne un lungo rapporto di amicizia con Tiepolo − sostennero che un dipinto avrebbe dovuto rappresentare un unico momento nel tempo. Tiepolo riuscì a conciliare queste esigenze discordanti adoperando magistralmente gli spazi all’interno della villa per rivelare gli elementi della narrazione non simultaneamente, ma in una sequenza temporale.
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