Utopian Registers of the New Italian Epic. Wu Ming and the Socially-Symbolic Act
DOI:
https://doi.org/10.18352/incontri.10058Parole chiave:
Wu Ming, mythopoesis, ideology, MarxismAbstract
Registri utopistici della New Italian Epic. Wu Ming e l’atto socialmente simbolico
Wu Ming, un collettivo di scrittori fondato nel 2000, cerca di promuovere l’impegno collettivo e la rivoluzione sociale attraverso una ‘mitopoiesi di base’. Costruendo miti che riflettono i problemi e le contraddizioni dell’attuale società italiana, Wu Ming crea una coscienza unificatrice attraverso un’esperienza e un’identità condivise. Creando nuovi eroi popolari, interrogando la storia e resistendo alle visioni dominanti del sistema sociale, Wu Ming si impegna dunque in una mitopoiesi della resistenza politica. L’opera di scrittura politica e di mitopoiesi del gruppo produce quella che Jameson definisce un ‘atto socialmente simbolico’. In The Political Unconscious Jameson suggerisce che tutta la letteratura debba essere letta come ‘una meditazione simbolica sul destino di una comunità’, e che la forma narrativa e simbolica inventa ‘soluzioni’ immaginarie a contraddizioni sociali. Basandosi sulla prospettiva marxista di Jameson, il presente contributo analizza un racconto di Wu Ming, ‘I trecento boscaioli dell’imperatore’. Attraverso questa storia, e con una più ampia analisi dell’operato di Wu Ming, si sostiene che questa culmini in un atto socialmente simbolico. Le storie create da Wu Ming riflettono sul destino dell’oppressa comunità italiana che il collettivo di scrittori rappresenta, rendendo possibile una ‘compensazione utopica’ all’interno dei confini narrativi.
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